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L’amore profondo per il territorio Chiantigiano e per il vino Chianti Classico, maturato in oltre 30 anni d’attività professionale prevalentemente svolta in questa fantastica zona produttiva, è alla base del progetto che Maurizio Alongi ha deciso d’intraprendere a partire dal gennaio 2015. Dopo aver cercato per anni tra Gaiole, Radda e Castellina, un appezzamento in grado di soddisfare particolari requisiti agronomici ed enologici, finalmente in un soleggiato pomeriggio invernale è avvenuto l’incontro con due piccoli vigneti, a Barbischio, a pochissimi chilometri da Gaiole in Chianti. Siamo nell’incontaminata dorsale dei Monti del Chianti, che separa il Chianti dal bacino del Val d’Arno, dove la formazione del Macigno, costituito principalmente da rocce di arenaria, ha originato terreni sabbiosi, particolarmente sciolti, con pendenze rilevanti ed
ottime esposizioni. I due appezzamenti sono circondati da estesi boschi a predominanza di alberi di querce, cerro e castagno, che contribuiscono a mitigare gli eccessi climatici e
rendere l’ambiente quasi incontaminato. Qui trova la massima espressione il concetto di Biodiversità, peculiarità sempre più rara nelle aree viticole di pregio, dove le logiche
economiche hanno determinato una spinta specializzazione della viticoltura con gravi danni ambientali e paesaggistici talvolta irreversibili. Il borgo medioevale di Barbischio, con la sua torre risalente presumibilmente al X secolo, domina difronte ai vigneti rendendo il paesaggio straordinario. Vigna di Barbischio è costituita da due appezzamenti, per un’estensione complessiva di
ettari 1, are 26, centiare 65, interamente ricadenti nella denominazione Chianti Classico.
I vigneti, collocati a circa 435 metri sul livello del mare, con un’esposizione prevalente a sud, si contraddistinguono per una peculiarità, quasi unica: l’età media delle piante che si aggira intorno ai quarant’anni, con molti ceppi che si avvicinano ai cinquanta.
Questo significa che le piante hanno raggiunto un naturale equilibrio vegeto produttivo, grazie ad una maggior quantità di legno maturo ed un apparato radicale più espanso,
dove si accumulano preziose sostanze di riserva, in grado di favorire una maturazione ottimale dei frutti (acidità, polifenoli, zuccheri), oltre a garantire una maggior resistenza alla siccità ed agli stress di varia natura.
Il vitigno principale è il Sangiovese, accompagnato, come recita l’antica formula del Chianti, da altri complementari quali la Malvasia nera, che dona colore e rotondità ed il Canaiolo in grado di arricchire il patrimonio aromatico dell’uvaggio.
L’azienda ha intrapreso un percorso agronomico di conversione biologica, completato con l’annata 2019, ponendo così il rispetto dell’ambiente di coltivazione e la salubrità del prodotto al centro delle sue priorità. Nel 2020 è stata acquisita una proprietà ubicata a Gaiole in Chianti, a pochissimi chilometri dalla vigna, dove si prevede la realizzazione di una piccola cantina aziendale.
Maurizio Alongi, da oltre trent’anni lavora come enologo, aiutando gli altri ad esprimersi attraverso i loro vini. La sua formazione e crescita professionale è molto legata al Chianti senese, anche se in questi anni ha girato in lungo e largo attraverso l’Italia, confrontandosi con tanti vitigni ed incontrando molte persone fuori dal comune.
Il suo fulcro le sue radici ed il suo cuore pulsante sono Siena e Gaiole in Chianti, dove ha vissuto per anni.
Ha deciso di fare un solo vino, da una sola vigna, da un uvaggio tradizionale, per seguire un suo vecchio sogno, dimostrando fino in fondo a tutti le magnifiche
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